
ASTA N°27 FOTOGRAFIA
“Viaggio nella storia, dai primi del ‘900 al panorama contemporaneo”
a cura di Barbara Frigerio
21 Novembre 2023
ore 17.00
diretta streaming online
Catalogo online dal 31 ottobre per presentazione offerte
https://aste.gigarte.com/catalogo-asta-gigarte-fotografia-novembre-2023/
Esposizione lotti dal 7 al 21 Novembre
presso
Gigarte Casa d’Aste
Piazza Massimo d’Azeglio 22
Viareggio
Gigarte Casa d’Aste ha il piacere di annunciare la prima asta di fotografia, curata da Barbara Frigerio, gallerista e art advisor con un’esperienza ventennale nel mondo dell’arte e della fotografia.
Con questa selezione si ripercorre un viaggio nel tempo, a partire dalle fine del XIX sec. per arrivare ai giorni nostri, con autori italiani e internazionali e attraverso tecniche e supporti
fotografici differenti.
Risalgono alla fine del XIX sec. le vedute di Trieste di Giuseppe Wulz, esponente della nota famiglia di fotografi triestini, tra i primi ad immortalare con la macchina fotografica la città e i suoi dintorni. Sempre appartenente all’area triestina è il fotografo Ferruccio Demanins presente con due ritratti realizzati tra gli anni ’20 e ’40. Messina e Venezia, sono altre città protagoniste di questa selezione, la prima con un album di fotografie realizzate prima del
terremoto del 1908, la seconda con una serie di lastre in vetro del fotografo milanese Luigi Saporetti, che ha ritratto anche scene di vita di Algeri, sempre su lastra in vetro.
In occasione del cinquantenario della morte del poeta e intellettuale Pablo Neruda abbiamo il piacere di presentare ritratti inediti realizzati negli cinquanta a Milano dal fotografo Marcello
Saporetti e mai usciti dal suo laboratorio.
La Milano degli anni ’60 è la protagonista delle foto di Virgilio Carnisio e sempre di quegli anni sono alcuni scatti di Lanfranco Colombo, vincitore del Premio Nadar 1964.
La foto d’autore contemporanea è presente con le opere di Claudio Argentiero, Carmelo Bongiorno e l’artista italo americana Francesca Galliani, qui con una selezione di ritratti analogici.
Dal mondo del fotogiornalismo arrivano le fotografie di Massimo Sestini (vincitore del World Press Photo 2015), Giovanni Mereghetti ed Enrico Pescantini (vincitore Premio National
Geographic 2018).
Sono presenti , inoltre, i seguenti autori contemporanei: Massimiliano Muner, Gianluca Chiodi, Carolina Magnin, Alberto Magrin, Reza Khatir e Francesca Giraudi.
Orari visite :
lunedì, mercoledì e giovedì : 9-13 o su appuntamento
per info o prenotazioni: Tel. 0584 332940/345 3606717
email : barbara.frigerio@gigarte.com

«La formula l’Opera al nero (…) designa nei trattati alchimistici la fase di separazione e di dissoluzione della sostanza ed era, pare, la parte più difficile della Grande Opera. Si discute tuttora se tale espressione venisse applicata ad audaci esperimenti sulla materia o se si riferisse simbolicamente al travaglio dello spirito nell’atto di liberarsi dalle abitudini e dai pregiudizi. È probabile che sia servita a indicare alternativamente o simultaneamente l’uno e l’altro.»
(Marguerite Yourcenar –L’opera al nero, Nota dell’autore)
Applicata all’arte di Gianluca Chiodi, se vogliamo, come suggerisce il titolo di questa esposizione che ripercorre la nascita di questo ciclo di lavori e ne celebra il ventennale, questa formula si può contemporaneamente riferire alla tecnica utilizzata e ai soggetti descritti.
Partiamo dalla tecnica: non è fotografia, né pittura, ma l’una e l’altra insieme, un unicum ottenuto attraverso una rivisitazione di una procedura antica: l’encausto.
Gli antichi romani scioglievano i pigmenti di colore nella cera e poi applicavano questa mistura all’intonaco, Chiodi reinventa questo procedimento utilizzando come base la fotografia ed il risultato è assolutamente d’effetto. L’immagine fotografica dona all’opera quella minuzia di dettagli che ci riporta alla pittura antica, ma la materia “cereo-pittorica” ne conferisce una densità e uno spessore nuovo. Corpi ed oggetti sembrano immersi in un magma oscuro dal quale cercano di riemergere, dei novelli “Prigioni” che lottano per uscire dal buio.
Nella serie “Furia corporis” il combattimento fisico diviene il simbolo di quel desiderio e necessità che ha l’uomo di lottare per affermare il proprio sé e la propria posizione nel mondo.
Medesimo ardore, accompagnato da una sapiente ironia, nello scalfire i pregiudizi della società contemporanea lo ritroviamo nelle “messe in scena” di “Santi , peccati e peccatori” , apparenti rivisitazioni di scene sacre barocche.
L’ultima sezione è dedicata alle nature morte, che per il loro violento gioco chiaroscurale ci riportano alla lezione caravaggesca, ed esaltano l’eleganza e la sapienza compositiva di Chiodi.
Barbara Frigerio
Francesca Meana
“Questo racconto non è una fotografia”

1 febbraio al 1 marzo 2023
Pourquoi pas lab Via Tito Speri 1- Milano